
IPS – Investment Policy Statement: lo strumento per una strategia d’investimento chiara e coerente
Nel mondo della consulenza finanziaria si parla sempre più spesso di “piani strategici”, “portafogli per obiettivi” e “gestione personalizzata”. Eppure, questi concetti restano sospesi in un piano teorico, senza mai prendere la forma di un documento chiaro, scritto, consultabile. Noi crediamo che un vero percorso di investimento debba poggiare su basi condivise, definite e comprensibili. Da qui nasce il Prima Investment Policy Statement.
L’Investment Policy Statement (IPS) è considerato uno standard professionale, soprattutto nella consulenza indipendente e nel private banking e viene regolarmente impiegato con clienti affluent e high-net-worth.
All’estero, l’adozione è ormai una prassi consolidata, in particolare nei mercati più evoluti come Stati Uniti e Regno Unito, dove gli operatori del wealth management utilizzano da tempo documenti strutturati per formalizzare la strategia d’investimento dei clienti.
In Italia, invece, questo approccio è ancora poco diffuso tra i privati, nonostante si parli sempre più spesso di pianificazione per obiettivi e personalizzazione delle strategie.
Che cos’è l’IPS?
E’ molto più di un modulo: è un vero e proprio documento di riferimento condiviso tra consulente e cliente, che accompagna nel tempo tutte le scelte di investimento. Non si limita a indicare un profilo di rischio o a definire un generico orizzonte temporale, ma traduce queste informazioni in una strategia concreta, con obiettivi misurabili, regole operative, criteri di selezione degli strumenti e meccanismi di gestione del rischio.
Il punto di partenza è sempre lo stesso: il questionario MiFID, previsto dalla normativa per raccogliere le informazioni necessarie a definire il profilo del cliente. Ma chi ha mai davvero ricordato le risposte date a quelle tante domande tecniche? E quante volte quelle informazioni sono state riutilizzate, nei mesi successivi, per rivedere o adattare il portafoglio?
Essendo costruito con il cliente, con parole semplici e contenuti rilevanti, l’IPS rende esplicite le scelte e i motivi che le guidano. Permette di tenere a mente non solo “quanto rischio posso tollerare”, ma soprattutto “cosa sto cercando di ottenere”, “quali strumenti sono adatti per farlo” e “quando sarà il momento di intervenire”.
Regole condivise
Uno degli elementi più apprezzati dell’IPS è proprio la definizione delle regole per la selezione degli strumenti finanziari. Queste non si limitano a scegliere “i migliori del momento”, ma partono da criteri strutturati: costi contenuti, trasparenza, liquidabilità, aderenza agli obiettivi dichiarati. Questo approccio consente al cliente di riconoscere perché un determinato fondo, ETF o strumento sia stato inserito in portafoglio – e quando invece può essere sostituito o dismesso.
L’IPS stabilisce anche modalità di ribilanciamento periodico, così da mantenere l’asset allocation allineata nel tempo, senza lasciarsi guidare esclusivamente dall’emotività o dalle oscillazioni di breve termine.
Allo stesso modo, viene previsto un momento annuale di revisione: un’occasione strutturata per confrontarsi, aggiornare obiettivi, valutare eventuali cambiamenti personali o di mercato, e ridefinire eventuali priorità.
Per rendere ancora più trasparente e misurabile il percorso, l’IPS può includere un benchmark di riferimento, scelto in base al profilo e alla composizione strategica del portafoglio.
Più intermediari, un unico IPS
Un altro aspetto spesso trascurato è la frammentazione dei patrimoni. Sempre più clienti si trovano a gestire investimenti presso più banche, con conti e strumenti dispersi. L’IPS consente di aggregare questa visione e al tempo stesso di suddividere il patrimonio in sotto-portafogli, ognuno dedicato a un obiettivo specifico. Ogni sotto-portafoglio ha un nome, definito con il cliente, che richiama lo scopo per cui esiste: “Pensione”, “Università figli”, “Protezione del capitale”, “Progetto casa”, “Libertà finanziaria”. In questo modo, il portafoglio non è più una massa indistinta di strumenti, ma una struttura ordinata, orientata a obiettivi concreti.
Utilità immediata e futura
Un IPS scritto funziona meglio di un piano raccontato a voce o lasciato su un file Excel. È un documento che si può consultare, aggiornare, rileggere. Aiuta anche nei momenti più complessi, quando i mercati sono volatili o le emozioni rischiano di prevalere. In quei momenti, l’IPS non solo ricorda la rotta, ma anche le regole condivise per affrontare le tempeste.
L’IPS, inoltre, può rappresentare uno strumento prezioso anche in ottica di passaggio generazionale: formalizzare obiettivi, regole e criteri di gestione consente non solo di trasferire il patrimonio, ma anche di trasmettere un metodo, condividendo all’interno della famiglia una visione responsabile e strutturata della sua conservazione e crescita.
In questo senso, l’IPS diventa un veicolo di educazione finanziaria, utile a rafforzare la consapevolezza e la continuità nella gestione familiare del capitale.
l’IPS, in questa prospettiva non è solo uno strumento per prendere decisioni oggi, ma anche un modo per dare continuità domani: un vero e proprio ponte dal profilo teorico alla strategia concreta, dalla compilazione all’azione, dalla reattività alla progettualità.
Per il cliente, è uno strumento per sentirsi parte del proprio piano.
Per il consulente, è una guida professionale per operare con metodo.
Per entrambi, è un patto di trasparenza, fiducia e visione di lungo periodo.
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